La prima metà di giugno ha regalato al mondo degli esempi concreti di come qualcosa di negativo possa facilmente trasformarsi in qualcosa di orribile. [An English version of this post, here]
Per primo, si è espresso il Procuratore Generale statunitense Jeff Sessions, che ha chiarito come al confine tra Stati Uniti e Messico sia perseguito uno specifico obiettivo politico tramite la separazione di bambini anche molto piccoli (fino a pochi mesi di vita) dai loro genitori. La diffusione via stampa di bambini in lacrime e terrorizzati mentre vengono strappati ai loro genitori e ai loro fratelli o sorelle sarebbe infatti utile come deterrente per altri futuri migranti-richiedenti asilo che volessero tentare di raggiungere quel confine.
A distanza di pochi giorni, alla nave Aquarius, gestita e finanziata da una agenzia non governativa, è stato impedito di avvicinarsi ai porti italiani sostanzialmente con un editto a firma di quell’immensa merda nella forma del ministro degli interni italiano Salvini. La nave aveva in precedenza salvato 600 tra migranti e richiedenti asilo nelle acque dello stretto di Sicilia ed è stata costretta ad attraversare mezzo Mediterraneo, affrontando condizioni meteo non semplici, per raggiungere la Spagna e ottenere finalmente assistenza.
Non siamo arrivati a questo punto in un giorno. Sia l’Unione Europea che gli Stati Uniti adottano politiche anti-immigrazione restrittive e anti-solidali da diversi anni ormai. Potremmo quindi essere tentati dall’idea di considerare questi due eventi nel loro contesto generale e quindi concentrarci sulla battaglia più ampia contro le cause prime che sono alla radice di questo razzismo. Potremmo puntare il dito contro l’uso della brutalità contro i migranti come capro espiatorio, utilizzato per nascondere la causa reale del degrado economico-sociale nei rispettivi Paesi: la riallocazione di risorse economiche dai lavoratori al più ricco 1% della popolazione, tramite la diminuzione dei salari, delle protezioni sociali e del lavoro, dei servizi offerti dallo Stato ecc. Le reazioni emotive sono spesso malviste all’interno del contesto dell’analisi politica di sinistra, perché facilmente portano a rappresentazioni ipersemplificate della realtà, che troppo facilmente vanno ad incoraggiare proprio quella narrativa offerta dalla estrema destra populista. dopotutto, queste politiche razziste e crudeli sono proprio basate su semplificazioni, fallacie logiche o fatti distorti o mal descritti. L’idea che i migranti siano responsabili per la disoccupazione o per il peggioramento delle condizioni di lavoro o ancora per i bassi salari (per usare alcuni esempi molto diffusi) è facilmente attaccata facendo ricorso alla realtà dei fatti. Per esempio negli USA al momento si registra uno dei tassi di disoccupazione più bassi della storia recente, in un trend iniziato ben prima dell’introduzione delle politiche restrittive sull’immigrazione. In Italia, la disoccupazione ormai cronica non mostra alcuna correlazione con i flussi migratori, anche analizzando i trend dagli anni ’90 (inizio del fenomeno dell’immigrazione in Italia), ad oggi. Paesi come la Germania, la Francia o la Svezia sono caratterizzati da condizioni di lavoro migliori di quelle presenti tanto in Italia che negli USA, nonostante i numeri ben più consistenti in termini di rifugiati e migranti (in termini di percentuali sulla popolazione) che hanno raggiunto questi Paesi negli anni del post-crisi economica. In altre parole, i flussi di migranti possono aumentare, diminuire o anche diventare negativi e il tasso di disoccupazione, le condizioni di lavoro o in generale gli indici che marcano le diseguaglianze di un dato Paese si muovono come fattori completamente autonomi. Se possibile, ancora più ridicola l’idea che i Paesi più ricchi del mondo possano affrontare difficoltà economiche nell’aiutare anche alcune decine di migliaia di migranti per anno, soprattutto in considerazione del fatto che in questo stesso periodo sono state rese effettive (in USA) o vengono apertamente discusse (in Italia) iniziative di legge dedicate ad immensi tagli delle tasse mirati unicamente a favorire i ricchi. Per finire, una menzione speciale per la presunta correlazione tra l’ingresso di migranti ed il tasso di criminalità: sia in USA che in Italia il numero di crimini è in costante diminuzione da circa 35 anni. Nessuna correlazione ipotizzabile con flussi migratori che nel frattempo sono aumentati, diminuiti o rimasti costanti, a seconda dei periodi.
[NB su questi temi ho inserito un po’ di links, soprattutto in Inglese, alla fine di questo post, dopo le immagini]
In poche parole, i dati e la narrativa neo-fascista/nazionalista non solo non si supportano, ma sono in aperta contraddizione. Tuttavia ci sono momenti in cui dati, numeri e fatti concreti non sono sufficienti a comprendere l’enormità criminale di una politica e combatterla. Diventa invece tutto molto più chiaro nel momento in cui si e’ posti di fronte ad alcune fotografie. Come accaduto per un’altra fotografia scattata in giugno (1972), le emozioni si tramutano nel classico pugno nello stomaco. Al tempo, il mondo fece i conti con le orrende conseguenze associate all’uso del Napalm in Vietnam. Oggi vediamo cosa succede a bordo della Aquarius o sul confine tra USA e Messico e prima che sia possibile anteporre una forma di ragionamento, come esseri umani proviamo tristezza, paura, rabbia. Non possiamo evitare di identificare in queste fotografie altri esseri umani in uno stato di sofferenza e trattati in modo crudele. Anche per quelli che in un momento successivo dichiarano che non saprebbero come intervenire e che preferirebbero che quei migranti non intraprendessero il viaggio così da evitare il rischio e la sofferenza con con questo viaggio sono associate (come se chi parte avesse una scelta), anche queste persone che cercano una spiegazione che giustifichi l’azione crudele e razzista, nel profondo comprendono che quello che sta succedendo è sbagliato, doloroso, ripugnante.
Queste reazioni di pancia, emotive, automatiche sono causate da meccanismi neurali che ci consentono di riconoscere la sofferenza e l’angoscia di un bambino (quando non di un adulto), in modo tale che si possa innescare anche la reazione istintiva di intervenire per interrompere questa sofferenza. Non abbiamo bisogno di spiegare a noi stessi il motivo per questa reazione, ci limitiamo a sentirne l’urgenza. Nonostante nella psicologia popolare le emozioni siano solitamente rappresentate come in contrapposizione con la logica e la ragione, in realtà queste reazioni emotive sono dei processi di decisione razionali codificate in termini genetici. Un esempio classico e’ quello fornito dal modesto ratto di laboratorio: anche nel caso in cui un singolo esemplare derivi da generazioni di ratti di laboratorio, nessuna delle quali sia mai stata esposta alla presenza di un predatore, nel momento in cui questo dovesse percepire la presenza -ad esempio l’odore- di un gatto, reagirebbe immediatamente mostrando paura. Perché? Banalmente quei ratti che hanno codificato nei propri geni questa reazione a livello istintivo e quindi esibiscono il comportamento associato alla paura (fuga o risposta aggressiva di difesa), hanno avuto più probabilità di riprodursi e propagare i propri geni. Quegli esemplari che non reagivano in passato non mostrando paura e che esprimevano comportamenti diversi in prossimità di un predatore, col tempo si sono semplicemente estinti. Le emozioni rappresentano una forma di razionalità basata su milioni di anni di storia evolutiva, invece che su pochi anni di esperienza diretta, come per altre forme di controllo delle decisioni individuali. Questo il motivo per cui occorre uno sforzo considerevole per ignorare queste forti risposte emotive di fronte a certe immagini e appoggiare le forme di terrorismo e aggressione violenta verso i bambini che le hanno rese realizzabili. Questo il motivo per cui dovremmo invece accogliere la nostra rabbia, la nostra tristezza e il nostro disgusto come giusta reazione a ciò che ci si presenta davanti e dovremmo lavorare per fare in modo che queste reazioni non vengano ignorate da nessuno.
Abbiamo bisogno di queste emozioni perché si tratta fondamentalmente delle reazioni giuste agli eventi in corso. Queste ci dicono “E’ arrivato il momento di decidere da che parte stare”. O si collabora con la crudeltà, o si agisce per interromperla. Come un mantra continuerò a dire che questa guerra contro i capri espiatori dei migranti non renderà nessun Paese più ricco, non favorirà la creazione di più lavoro di qualità, non avrà effetto sul miglioramento della qualità della vita e non aumenterà il salario minimo da nessuna parte e per nessuno. Il nemico non è al di fuori del sistema economico-sociale in cui viviamo. Non c’è nessun veleno esterno o agente inquinante che stia danneggiando un sistema che altrimenti funzionerebbe bene per tutti. E’ il sistema stesso ad essere basato sullo sfruttamento: è disegnato per rendere il 99% più povero mentre l’1% si arricchisce sempre di più. E’ un sistema costruito per incrementare le diseguaglianze, così ridicolmente malvagio da non avere nessun rimorso nel somministrare crudeltà continue contro i bambini pur di arricchire sempre di più chi ricco lo è già. Non si tratta né della prima, né dell’ultima volta. Un sistema che continuerà ad operare in questo modo finché non cannibalizzerà sé stesso in un’altra guerra mondiale o verrà fermato e tenuto a bada con una forza adeguata (enorme) e bilanciamenti aggressivi.
Il nemico che ad oggi abbiamo al di qua e al di là del mare o del deserto è lo stesso: quel capitalismo senza freni che divora ogni cosa, quel neoliberismo economico fondato sulle stronzate del laissez-faire e del mercato che si regola da solo. Ogni altra cosa che ci tirano contro è solo parte delle armi di distrazione di massa.
Restiamo Umani.
Migrants rest on the ship ‘Aquarius,’ in the Mediterranean Sea, June 14, 2018, during their journey to Valencia, Spain, in a photo provided by the NGO SOS Mediterranee
Una bambina di due anni proveniente dall’Honduras e richiedente asilo al confine tra Messico e USA piange mentre la madre viene perquisita e arrestata per immigrazione clandestina. -John Moore-Getty Images
https://www.cnn.com/videos/world/2018/06/18/child-crying-border-photograph-john-moore-intv.cnn/video/playlists/family-separations/
8 Giugno, 1972 – Forze del Sud Vietnam seguono dei bambini terrorizzati nelle vicinanze di Trang Bang, dopo che un aeroplano sud vietnamita ha accidentalmente bombardato con del Napalm truppe sud vietnamite e civili.. Credit: The Associated Press/Nick Ut
References and materials
Sulle dichiarazioni del procuratore generale USA Jeff Sessions: https://www.bbc.com/news/world-us-canada-44503318
– http://thehill.com/homenews/house/392659-gop-rep-we-should-not-be-using-immigrant-kids-as-deterrent-policy
A riguardo dell’Aquarius: https://www.bbc.com/news/world-44510002
Il numero di migranti messicani in USA e’ andato aumentando fino al 2001 e poi e’ diminuito in modo significativo negli anni successivi, mostrando trend non correlati con la crisi del 2007-08. Il numero dei migranti dal “northern triangle” e’ raddoppiato negli anni 2011-2014. Durante quello stesso periodo l’economia USA era in piena ripresa post-crisi (http://www.pewhispanic.org/2017/12/07/rise-in-u-s-immigrants-from-el-salvador-guatemala-and-honduras-outpaces-growth-from-elsewhere/).
In modo simile, il numero di immigrati totali in Italia e’ sostanzialmente stabile dal 2014, (5 mln circa http://demo.istat.it/str2017/index.html). Al contrario il numero di emigranti dall’Italia (sia cittadini italiani che cittadini di altri paesi residenti in Italia) e’ aumentato significativamente negli ultimi anni, come effetto del peggioramento delle condizioni di lavoro e nonostante alcune cambiamenti in positivo nelle stime dell’occupazione generale (https://www.ft.com/content/cb9bd2ee-c07d-11e7-9836-b25f8adaa111).
A riguardo del tasso di criminalita’, questa e’ una analisi recente che analizza le possibili cause del declino costante registrato a partire dai primi anni ’90, con la propsettiva USA, ma contesto allargato anche ad altre nazioni: https://www.newyorker.com/magazine/2018/02/12/the-great-crime-decline
Questo articolo riporta dati derivanti da uno studio finanziato e commissionato dalla amministrazione Trump, in cui si dimostra come l’impatto dei rifugiati sull’economia USA e’ e’ un aumento netto di circa 63 miliardi di dollari negli ultimi 10 anni (https://www.nytimes.com/2017/09/18/us/politics/refugees-revenue-cost-report-trump.html). Dati simili sono stati rilevati in studi europei.
Un breve riassunto a riguardo dell’aumento delle ineguaglianze a partire dal 2000. https://www.theguardian.com/inequality/2017/nov/14/worlds-richest-wealth-credit-suisse