Qui di seguito un paio di punti ed una domanda che ho inviato come contributo alla discussione dell’incontro aperto “Conoscenza e Cultura” organizzato dalla lista elettorale Liberi e Uguali.
- Vecchi materiali che possono rivelarsi utili. Nel corso degli anni non sono mancate analisi e proposte anche approfondite e molto dettagliate sullo stato dell’alta formazione e della ricerca in Italia, sia in ambito pubblico che privato. Tra i vari sforzi in questo senso c’è un lavoro corale compiuto da associazioni e singoli dottorandi, ricercatori e docenti, coordinato da SEL e pubblicato nel gennaio 2013. I temi affrontati sono quelli noti: precariato, governance, ruolo unico, finanziamenti, diritto allo studio, dottorato di ricerca, sistema degli enti di ricerca ecc. Molti degli autori saranno presenti comunque all’incontro, ma penso condividere questo testo possa essere utile alla discussione per i dati e le proposte riportate: allego l’intero testo a questa mail (scaricabile qui: Libro_Bianco_U_R_SEL_2a_edizione).
- Una opportunità unica e senza precedenti nella storia Italiana. La Brexit e l’elezione di Trump in USA hanno avuto una serie di conseguenze in ambito economico e sociale. Tra queste conseguenze, una delle meno discusse è rappresentata da un dato che ha immediatamente interessato i sistemi universitari di entrambi questi Paesi. A causa del clima apertamente ostile ai migranti, sia veicolato da tentativi (più o meno riusciti) di legge, sia di carattere puramente culturale, si è registrata negli ultimi due anni una sensibile riduzione delle iscrizioni e delle richieste di visto di studenti, dottorandi, ricercatori e docenti (vedi ad esempio recenti articoli su Telegraph o NYTimes). Il sistema universitario USA e UK è largamente fondato sul continuo innesto di nuovi talenti formati altrove, per cui questa riduzione avrà effetti sensibili in pochi anni. Nel frattempo si è aperta una opportunità unica per altri Paesi di attrarre questi talenti, arricchire culturalmente ed economicamente l’alta formazione e la ricerca (per il procedimento inverso a quello dei cervelli in fuga) e contribuire ad una rapida internazionalizzazione di un sistema altrimenti fin troppo omogeneo. Nella UE, Germania e Francia hanno immediatamente fiutato l’opportunità e stanno investendo massicciamente nelle loro capacità di attrarre competenze e idee, offrendo fondi, accesso a mezzi e spazi adeguati, corsi di lingua ecc. e ovviamente un percorso rapido di accesso ad un visto di lavoro. L’Italia è completamente assente in questa corsa, nonostante alcune misure posano essere varate rapidamente e a costo zero, come ad esempio garantire l’accesso a visti facilitati, contribuendo così anche a minare la narrativa razzista del migrante/rifugiato che vive di lavori sotto-pagati o di criminalità.
- Un problema di competenze della rappresentanza. Il problema della sinistra in Italia negli ultimi 20 anni non è stato relativo alle analisi o ai programmi, quantomeno negli ambiti di Scuola, Università e Ricerca. Al contrario, diversi programmi buoni o eccellenti sulla carta sono stati proposti negli anni, salvo poi restare lettera morta (vedi caso SEL), non solo per mancanza di potere decisionale, ma per esplicita mancanza di interesse e conoscenze da parte dei rappresentanti eletti. A titolo puramente di esempio è sufficiente ricordare come le competenze in ambito scientifico siano spesso ignorate e non di rado osteggiate. La legge contro la sperimentazione animale proposta in questa legislatura ha avuto elementi di sinistra tra i suoi più accesi sostenitori. Fondata su basi anti-scientifiche, pensiero magico (“si può fare tutta la sperimentazione in vitro o in silico”) e su una curiosa versione di cripto-creazionismo (il principio fondante “tutte le specie sono diverse” nega di fatto i meccanismi che regolano l’evoluzione delle specie), è stata portata avanti rifiutando qualsiasi forma di confronto con chi lavora nel settore e ha competenze specifiche di natura teorica e pratica. Il legittimo tentativo di ottenere un diritto di tribuna da parte della lista Liberi e Uguali rischia di replicare metodi e pratiche degli ultimi anni in questa direzione. Chiudo quindi con una domanda aperta: quali misure si pensa di prendere per evitare queste situazioni si ripropongano?